Quello che non avete fatto ad uno solo di questi piccoli non l’avete fatto a me! (Mt 25,43)
26 novembre 2023: Domenica di Cristo Re
Ez 34,11-12.15-17 / Sal 22 / 1Cor 15,20-26.28 Mt 25,31-46
Commento Video al Vangelo della Domenica (a cura della Diocesi di Vicenza)
Liberiamo noi stessi e liberiamo gli altri dalla schiavitù del peccato

Conosciamo questo testo che, ai giorni nostri, è uno dei più citati e discussi. Per alcuni esso riassume quasi tutto il Vangelo. Questa tendenza non dipende da una moda o da una certa ideologia, ma corrisponde a qualcosa di assai più profondo che già esiste in noi. Quando siamo colpiti e sorpresi da un’idea, da un avvenimento o da una persona, sembriamo dimenticare tutto il resto per non vedere più che ciò che ci ha colpiti. Cerchiamo una chiave in grado di aprire tutte le porte, una risposta semplice a domande difficili.
Se leggiamo questo passo del Vangelo con questo spirito, il solo criterio di giudizio, e di conseguenza di salvezza o di condanna, è la nostra risposta ai bisogni più concreti del nostro prossimo. Poco importa ciò che si crede e come si crede, poco importa la nostra appartenenza o meno a una comunità istituzionale, poco importano le intenzioni e la coscienza, ciò che conta è agire ed essere dalla parte dei poveri e dei marginali.
Eppure, questa pagina del Vangelo di san Matteo è inscindibile dal resto del suo Vangelo e del Vangelo intero. In Matteo troviamo molti “discorsi” che si riferiscono al giudizio finale. (Cfr Mt 7,21-27; Mt 6,12-15; 1-35; Mt 10,31-33; Mt 7,13.
Per seguire Cristo bisogna portare la propria croce e rinnegare se stessi. Colui che vuole salvare la propria vita la perderà (Mt 16,24-26). Queste parole ci avvertono di non escludere dal resoconto finale la nostra risposta ai doni soprannaturali e alla rivelazione. Guarire le piaghe del mondo, eliminare le miserie e le ingiustizie, tutto questo fa parte integrante della nostra vita cristiana, ma noi non rendiamo un servizio all’umanità che nella misura in cui, seguendo il Cristo, liberiamo noi stessi e liberiamo gli altri dalla schiavitù del peccato. Allora solamente il suo regno comincerà a diventare realtà.
Il Regno dei Cieli
(Alessandro D’Avenia, Ultimo banco 179)
Se le strade si stanno riempiendo di luci in vista del Natale non è solo per consumismo, ma perché la rivoluzione culturale grazie alla quale il bambino da oggetto è diventato soggetto è iniziata proprio con questa festa. Credenti o meno, il racconto narra di un Dio che si fa bambino, il che significa che nessun bambino può più essere una proprietà o un oggetto. Così facendo è l’uomo in quanto tale che si protegge, perché noi umani non siamo fatti per la morte ma per la nascita: come il bambino, nel quale l’energia della crescita è più evidente, anche noi siamo chiamati a nascere del tutto, crescere è il nostro destino. Se nasciamo una prima volta nostro malgrado, dobbiamo poi nascere poco alla volta per scelta, per arrivare a scoprire nella morte non un muro ma un compimento, e poter dire, in quei frangenti non “muoio” ma “sono nato del tutto”. Come fare?
Viviamo in un tempo assai “de-natale”: i bambini sono massacrati negli scenari bellici, sfruttati dagli adulti per prostituzione, lavoro, traffico di organi, pedofilia, e sono oggetto di violenza fisica e psicologica. Al cuore del male del mondo c’è il rapporto che abbiamo con il nascere e con il far nascere, tutto il resto è una conseguenza, perché se si è capaci di fare del male a un indifeso, si può farlo a chiunque e a qualunque cosa.
Non è un caso se la Dichiarazione dei diritti del fanciullo è il frutto di un percorso che va dal dopoguerra della prima guerra mondiale a quello della seconda. La guerra è inversamente proporzionale alla cura che una società ha del bambino: nascere è l’inizio di un nuovo mondo, un mondo che nel mondo non c’è mai stato. Attorno al bambino tutto si trasforma.
Il bambino è inizio, libertà inedita, storia mai vista e che mai più si vedrà. Chiedete a un adulto la via migliore tra A e B e traccerà una linea retta, perché nella nostra cultura la via migliore è ritenuta la più veloce. Un bambino di tre o quattro anni invece disegnerà un lungo arzigogolo. Perché? Vi risponderà: “Perché posso vedere più cose”. Chi “inizia” è libero, grato e pieno di fiducia, inaugura tutto, e la vita non è una corsa a fare quello che il mondo si aspetta (carriera) ma un’esplorazione per trovare ciò che mi rende vivo e ricrea il mondo in una versione inedita.
Le lettere e i numeri che durante tutta la vita scriveremo più spesso sono quelle del nostro nome e della nostra data di nascita: io sono nato in uno spazio (c’era…) e in un tempo (…una volta) precisi, protagonista di una storia irripetibile. Il natale di ciascuno è l’inizio del processo che si compirà solo con la seconda data che accompagnerà il nostro nome, quella di morte.
Nel racconto cristiano Dio non appare dal nulla, ma nasce, si sottopone al crescere, questo lo rende pienamente umano. L’educazione non è fare entrare il bambino nella forma che noi adulti ci aspettiamo, ma aiutarlo a nascere, togliendo ostacoli alla sua energia, facendolo venire al mondo sempre di più, nella sua modalità: sviluppo materiale e spirituale, dice la Dichiarazione.
Avvento, il periodo dell’anno che prepara al Natale, è alla radice di avventura: un invito a ricordarsi di nascere, cioè ricollegarsi a quella energia della vita, a quella gioia di creare ed esplorare, che è tipica del bambino (che siamo stati).
Perché sia il nostro Natale e quello di chi ci sta accanto, possiamo provare a prenderci cura del bambino che siamo o, purtroppo, non siamo stati, del bambino che gli altri sono o, purtroppo, non sono stati. Chiediamo a quel bambino: che cosa sei o eri venuto a iniziare e portare di nuovo? Come ti posso aiutare a riuscirci? Come posso evitare di toglierti energie o addirittura di ucciderti? Per questo Cristo dice che il regno dei cieli, che non è un luogo dopo la morte ma lo stato di chi è libero e vivo già adesso, è dei bambini e che solo chi è come loro vi entra (vi è). Non è un’affermazione moralistica o sentimentale, il bambino di cui si parla è chiunque, a prescindere dall’età anagrafica, non smetta di crescere e creare, chiunque si impegni a nascere sino all’ultimo e a portare nel mondo ciò che solo lui ha il talento di essere e fare.
Concerto di Natale - Mercoledì 6 dicembre ore 20:30 - Chiesa S. Pio X
Orchestra 3 quarti Ensemble giovanile
Ore 20.30 Chiesa di San Pio X
Maestri concertatori: Giuseppe Valtinoni e Alessandra Cibien
con la partecipazione straordinaria alla voce di Claudia Valtinoni.
La Parola di Dio in Avvento per l’Unità pastorale
Il martedì alle ore 20.45 Cappellina di S. Pio X
28 novembre - 5 dicembre - 12 dicembre – 19 dicembre
L’invito è rivolto a tutti coloro che vogliono vivere più intensamente il periodo di Avvento, avvicinarsi alla Parola, capirne il contesto e andare alla radice della nostra fede. Attraverso la lettura e il commento delle Sacre scritture, cercheremo di comprenderne il significato per vivere la messa della domenica con maggiore partecipazione. L’incontro è aperto a tutti.
IMPEGNI E INIZIATIVE DELLA DIOCESI E DELL'UNITA' PASTORALE
IMPEGNI E INIZIATIVE DELLA DIOCESI
Sabato 25 Novembre: “Far nascere Dio in noi”
dalle 09.00 alle 12.00 (pranzo escluso) presso i Missionari Saveriani, Viale Trento 119 a Vicenza vivremo un intenso momento di spiritualità missionaria. Ritiro di Avvento con don Gigi Fontana. Aperto a tutti.
Sabato 25 novembre: Veglia GMG diocesana
“Lieti nella speranza” per costruire un cammino di pace
Ore 20.30 Chiesa di Santa Caterina con la presenza del vescovo Giuliano.
Domenica 26 Novembre: Gesù attesa e stupore del dono
Incontro d’Avvento con Gigliola Tuggia (Animatrice Gruppi Biblici) dalle 14.30 alle 18.00 S. Messa.
Sala Teatro del Centro Onisto (Viale Rodolfi, 14/16 Vicenza)
L’evento sarà trasmesso sul Canale Youtube della Diocesi dalle ore 14.45.
Giovedì 30 novembre Ritiro di Avvento
Ore 9.15 - 11.30 Santuario Madonna di Monte Berico
La meditazione sarà proposta da sr. Marzia Ceschia della fraternità della Trasfigurazione di Vercelli.
Il ritiro sarà trasmesso anche in diretta sulle frequenze di Radio Oreb, con riascolto della meditazione alle ore 22.00.
IMPEGNI E INIZIATIVE DELL’UNITA' PASTORALE
Mercoledì 6 dicembre Concerto di Natale
Orchestra 3 quarti Ensemble giovanile
Ore 20.30 Chiesa di San Pio X
Maestri concertatori: Giuseppe Valtinoni e Alessandra Cibien con la partecipazione straordinaria alla voce di Claudia Valtinoni.
La Parola di Dio in Avvento per l’Unità pastorale
il martedì alle ore 20.45 Cappellina di S. Pio X
28 novembre - 5 dicembre - 12 dicembre – 19 dicembre
L’invito è rivolto a tutti coloro che vogliono vivere più intensamente il periodo di Avvento, avvicinarsi alla Parola, capirne il contesto e andare alla radice della nostra fede. Attraverso la lettura e il commento delle Sacre scritture, cercheremo di comprenderne il significato per vivere la messa della domenica con maggiore partecipazione. L’incontro è aperto a tutti.
Tempo di Avvento e Natale 2023: “Camminiamo insieme con gioia!”
Alle porte della chiesa, da sabato 2 dicembre (1ª di Avvento) troverete il sussidio di preghiera in famiglia e personale per il Cammino di Avvento e Natale 2023 realizzato in collaborazione tra le Diocesi di Adria-Rovigo e Vicenza.
La pace verrà
Charles de Foucauld, religioso francese (1858 - 1916)
Se tu credi che un sorriso è più forte di un’arma,
Se tu credi alla forza di una mano tesa,
Se tu credi che ciò che riunisce gli uomini è più importante di ciò che li divide,
Se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
Se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
Se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora… La pace verrà.
Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,
Se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,
Se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
Se per te lo straniero che incontri è un fratello,
Se tu sai donare gratuitamente un po’ del tuo tempo per amore,
Se tu sai accettare che un altro, ti renda un servizio,
Se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora… La pace verrà.
Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,
Se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
Se tu sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza,
Se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,
Se tu credi che la pace è possibile, allora… La pace verrà.
Famiglia, eredità per il futuro, vero spazio di libertà, vero centro di umanità

«Nonostante le molte difficoltà che affliggono oggi le nostre famiglie, non dimentichiamoci, per favore, di questo: le famiglie non sono un problema, sono prima di tutto un’opportunità. Un’opportunità che dobbiamo curare, proteggere e accompagnare. È un modo di dire che sono una benedizione. […] Si discute molto oggi sul futuro, su quale mondo vogliamo lascare ai nostri figli, quale società vogliamo per loro. Credo che una delle possibili risposte si trova guardando voi, ognuno di voi: vogliamo lasciare un mondo di famiglie. È la migliore eredità: lasciamo un mondo di famiglie. Certamente non esiste la famiglia perfetta, non esistono sposi perfetti, genitori perfetti né figli perfetti, e, se non si offende, io direi suocera perfetta. Non esistono. Ma questo non impedisce che siano la risposta per il domani. Dio ci stimola all’amore e l’amore sempre si impegna con le persone che ama. Per questo, abbiamo cura delle nostre famiglie, vere scuole del domani. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri spazi di libertà. Abbiamo cura delle nostre famiglie, veri centri di umanità».
(Papa Francesco, testo tratto dal Viaggio apostolico a Cuba, 22 settembre 2015)
Insegnami ad ascoltare
Insegnami ad ascoltare, o mio Dio,
chi sta accanto a me,
la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi.
Aiutami a capire che, per quante parole io possa udire,
il messaggio è: "Accoglimi come persona. Ascolta me".
Insegnami ad ascoltare, o Dio premuroso,
i lontani, il bisbiglio dei senza speranza,
il lamento dei dimenticati,
il grido degli angosciati..
Aiutami ad avere meno paura,
a fidarmi della voce interiore,
che risuona nel mio intimo.
Insegnami ad ascoltare, Santo Spirito,
la tua voce, nell'attività e nella noia,
nella sicurezza e nel dubbio,
nel rumore e nel silenzio.
Ruth Mc Lean
Perchè si va a Messa la domenica?

Per molti cristiani è un obbligo, una routine che rischia di diventare un peso. In realtà le motivazioni di recarsi in chiesa la domenica hanno la loro prima radice nei comandamenti dati da Dio, sul Sinai, a Mosé quando si legge: “ricordati del giorno di sabato per santificarlo”. Quindi la dedicazione di un giorno interamente al Signore...
Per molti cristiani è un obbligo, una routine che rischia di diventare un peso. In realtà le motivazioni di recarsi in chiesa la domenica hanno la loro prima radice nei comandamenti dati da Dio, sul Sinai, a Mosé quando si legge: “ricordati del giorno di sabato per santificarlo”. Quindi la dedicazione di un giorno interamente al Signore.
Progetto SpioGioca

Il progetto nasce dalla constatazione che nel nostro quartiere di San Pio X poche sono le occasioni dedicate ai bambini dai 6 ai 10 anni (età caratterizzata da forte crescita e numerosi cambiamenti) per incontrarsi e divertirsi assieme di Domenica..